Mese: Marzo 2019

Burj Al Babas, la città turca con più di 700 castelli abbandonati

Lungo l’antica via della Seta che collega Istambul ad Ankara, in Turchia, ci si può imbattere in un luogo che sembra uscito da un’ambientazione del terrore dei film Disney. Si chiama Burj Al Babas ed è una località caratterizzata da più di 700 castelli, tutti identici e completamente abbandonati. Passeggiando lungo le strade di Burj Al Babas sembra di essere in una città fantasma. La società Sorot Group che ha costruito l’intero complesso è caduta in bancarotta dopo le gravi accuse di danni contro il paesaggio ed il territorio a causa di forti disboscamenti ed elevati tassi di inquinamento. Così di tutte quelle costruzioni identiche oggi non si conosce il destino e Burj Al Babas è diventata una delle città abbandonate più famose e suggestive del mondo.

Burj Al Babas doveva assomigliare ad una località incantata, costellata di lussuose ville a forma di castello, ma oggi, in seguito alla crisi immobiliare che ha colpito la Turchia, risulta una città fantasma. La località, posizionata lungo l’antica via della Seta, doveva essere un’attrazione per il mercato immobiliare arabo, eppure oggi la valle sembra un luogo disabitato e dimenticato da ogni investimento. La società Sorot Group che ha costruito l’intero complesso spera che ad ottobre le ville torneranno ad essere vendute sul mercato. Anche perché Burj Al Babas sorge a poca distanza da Mudurnu, il villaggio del 1300, in stile ottomano, candidato nel 2015 a diventare un luogo UNESCO. Il complesso sorge in una valle a soli 3 chilometri da Mudurnu eppure la sua architettura non ha nulla di simile alla famosa località turistica riconosciuta dall’UNESCO. Burj Al Babas sembra un enorme parco giochi degli orrori, abbandonato e dimenticato.

I castelli abbandonati di Burj Al Babas dovevano essere ville unifamiliari per turisti facoltosi, simili a castelli gotici con balconcini in stile “Romeo e Giulietta” e torrette. La loro costruzione è iniziata nel 2014 ma ad oggi è tutto bloccato e disabitato. L’investimento di Sorot Group è costato oltre 200 milioni di dollari e avrebbe dovuto portare ricchezza in una zona depressa della Turchia. Il progetto era anche appoggiato dal Presidente della Turchia,Recep Tayyip Erdoğan, che aveva pianificato di costruire qui tutte le infrastrutture necessarie all’urbanizzazione della zona. Del piano di investimento sono state completate circa 587 su 732 ville. Il progetto prevedeva la costruzione anche di cinema, impianti sportivi e bagni turchi. Mezher Yerdelen, vice presidente del Sarot Property Group, ha affermato: “Abbiamo solo bisogno di vendere 100 ville per pagare il nostro debito. Credo che possiamo superare questa crisi tra quattro e cinque mesi e in parte inaugurare il progetto nel 2019.”.

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Il così detto human capitali flight o brain drain, è un processo noto fin dagli albori della nascita delle università che vedeva l'emigrazione di persone di talento verso paesi stranieri. Individui di alto livello professionale lasciavano i propri paesi d'origine per recarsi in altri nazioni che ospitavano prestigiosi centri di ricerca, allo scopo di realizzare arricchimenti sociali, culturali e professionali e mettere a disposizione di tutti i propri risultati. Al giorno d'oggi, purtroppo il processo è più comunemente noto come fuga di cervelli, termine che mette in evidenza una vera e propria ritirata volontaria. Scappiamo dall'idea di un paese che non è in grado di offrirci un futuro degno dei nostri sacrifici, che non può darci molto in cambio, se non un lavoro alternativo ai nostri studi. Ci allontaniamo per andare a cercare fortuna altrove, in luoghi dove forse potremmo esser valutati secondo meritocrazia ed avere a disposizione tutto il materiale a noi necessario per coltivare le nostre conoscenze.

Il sogno americano

Una delle mete più ricercate dai giovani neolaureati e neodottorati è l'America. Harvard, Yale, Princeton, Columbia University sono solo alcuni dei nomi facenti parte della lista della Ivy League, titolo che riunisce le otto università più elitarie e prestigiose d'America. Secondo uno studio della Center for World University Rankings (CWUR), Harvard è la migliore università al mondo, seguita subito dalla Princepton University e successivamente dal MIT di Boston. Sono questi i motivi che spingono gli studenti o i post-doc a cercare un futuro accademico degno di nota in America. Per poter risiedere negli USA per un periodo di tempo illimitato, gli stranieri devono essere in possesso di un'autorizzazione rilasciata dallo stato americano stesso, la green card. Ottenere la green card per gli USA, prevede lunghi tempi burocratici, ma necessari al corretto inserimento nella nazione. È consigliato rivolgersi a studi legali, come lo studio legale Castaldi (www.studiolegalecarlocastaldi.com/), per muovere i primi passi in maniera più veloce e regolare.

Nella terra dei canguri

L'Australia risulta essere un territorio sempre più ricercato dai cervelli in fuga, ma anche da coloro che vogliono semplicemente evadere dal proprio paese di origine per recarsi dall'altra parte del mondo. L'Australia, la terra dei canguri, un territorio così vasto tanto da avere addirittura diversi climi contemporaneamente al suo interno, un luogo con una flora ed una fauna unici, con paesaggi completamente diversi da quelli che siamo abituati a vedere. Ma non è così semplice trasferirsi in Australia! É una nazione molto selettivo ed ha creato diversi visti specifici per accedere al paese. Il visto turistico permette agli stranieri minori di 31 anni di poter visitare il paese, ma non di lavorare, per un periodo di tre mesi, rinnovabile poi per un massimo di altri tre. Il visto per studio offre la possibilità di vivere in Australia da studente esclusivamente per l'intera durata del corso di studi e di lavorare part-time per venti ore. Infine, il Working Holiday Visa permette ai minori di 31 anni di poter lavorare in Australia per un anno intero.

Insomma, le condizioni burocratiche non sono questioni da poco, ma i cervelli in fuga non si fermano davanti a nulla.

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La tavola periodica degli elementi compie 150 anni. Scienziati: “pietra miliare dell’umanità”

Sono passati esattamente 150 anni da quando il chimico russo Dmitri Mendeleev, il 6 marzo 1869, pubblicò la prima versione della celeberrima tavola periodica degli elementi. Il preziosissimo strumento è uno schema perfettamente organizzato nel quale gli elementi che compongono la materia dell’Universo sono fissati sulla base del loro numero atomico Z – ovvero quello dei protoni presenti nel nucleo – e quello degli elettroni negli orbitali atomici s, p, d ed f.

Spazi vuoti. Quando fu concepita, la tavola periodica di Mendeleev conteneva soltanto 63 elementi e tanti spazi vuoti, perché lo scienziato sapeva bene che tra un “buco” e l’altro sarebbero stati inseriti elementi non ancora scoperti alla sua epoca. Basti pensare che l’ultimo aggiornamento ne contiene ben 118, e alcuni sono stati scoperti in tempi recentissimi. Nell’ultima revisione, aggiornata nel 2016, ne sono stati aggiunti ben quattro: il 113 (nihonio), il 115 (moscovio), il 117 (tennessinio) e il 118 (oganesson).

Credit: Università St. Andrewsin foto: Credit: Università St. Andrews

Pionieri della chimica. Sebbene fu Mendeleev a trovare il metodo più elegante ed efficace per organizzare gli elementi, dei quali già si discuteva ai tempi di Aristotele, diversi altri studiosi prima di lui tentarono l’impresa, gettando le basi per l’opera del chimico russo. Il chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier, ad esempio, pubblicò una prima lista di 33 elementi 80 anni prima di Mendeleev, organizzandoli in gas, metalli, non-metalli e terrosi. Altri scienziati come Leopold Gmelin, Jean Baptiste Dumas e August Kekulé negli anni successivi si accorsero che era possibile trovare strette relazioni fra gruppi di vari elementi, mentre Alexandre-Émile Béguyer de Chancourtois fu il primo ad accorgersi della periodicità degli stessi.

Strumento rivoluzionario. Altri studiosi prima di Mendeleev crearono bozze di tavole sulla base dei pesi atomici e delle proprietà chimico-fisiche, mentre il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius ideò i nomi abbreviati per gli elementi (O per ossigeno, Fe per ferro, Na per sodio e così via). Alcune di queste scoperte furono riconosciute solo dopo l’approvazione e la “consacrazione” del lavoro del chimico russo. Grazie alla sua tavola oggi abbiamo una comprensione superiore dell’Universo e della materia che lo compone, permettendoci di creare nuovi e straordinari materiali come il grafene. Molti altri ne verranno creati in futuro. “La tavola periodica è una pietra miliare della storia dell’umanità. Ha permesso di mettere ordine su una materia complessa, e continua a rimanere valida anche con la scoperta di nuovi elementi”, ha dichiarato all’ANSA il professor Maurizio Peruzzini, direttore del dipartimento di scienze chimiche del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Gli ha fatto eco il dottor Marco De Vivo, chimico teorico e computazionale dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit): “la tavola periodica è l’alfabeto che ci permette di parlare con il mondo intorno a noi e che in futuro ci aiuterà a costruire farmaci, materiali e metalli nuovi”.

Credit: Università St. Andrewsin foto: Credit: Università St. Andrews

La tavola periodica più antica. Recentemente il chimico Alan Aitken dell’Università St. Andrews ha scoperto un’antichissima tavola periodica degli elementi mentre era intento a sistemare il vecchio laboratorio dell’ateneo scozzese. Il documento, restaurato ed esposto in una teca, è stato datato tra il 1875 e il 1886; è la più antica tavola periodica degli elementi ad oggi nota; fu stampata appena 20 anni dopo la prima pubblicazione di Mendeleev, avvenuta esattamente 150 anni fa.

Fonte: La tavola periodica degli elementi compie 150 anni. Scienziati: “pietra miliare dell’umanità”

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Anche gli angeli indossano occhiali da sole: arrivano i modelli di Victoria’s Secret

Victoria’s Secret è il brand di lingerie più famoso al mondo e di recente ha ampliato ancora di più la sua offerta di prodotti. Dopo i reggiseni e gli slip sexy e le collezioni beauty di profumi e prodotti cosmetici, è arrivata anche una nuova linea di occhiali da sole perfetta per le donne che vogliono prepararsi all’arrivo della primavera prendendosi cura del proprio stile: ecco dove sarà possibile acquistare questi accessori.

I nuovi occhiali da sole Victoria’s Secret

Victoria’s Secret, il brand di lingerie più famoso al mondo, ha proposto una novità esclusiva nella sua offerta di prodotti. A partire da questo momento negli store del marchio sarà possibile trovare non solo capi di lingerie, profumi e cosmetici ma anche due nuove linee di occhiali da sole, entrambe prodotte da Marcolin Group. La prima si chiama Stripe Shield Fashion Accessory ed è caratterizzata da montature a mascherina femminili e glamour con le lenti specchiate e a righe.

Quella della collezione Pink, invece, sono leggermente più a goccia e hanno la scritta Pink sulle lenti. Gli occhiali sono ispirati all’ultimo Fashion Show del marchio di intimo, sono disponibili tutti in tre diverse tonalità, ovvero in oro, in grigio e in rosa e sono perfetti per le ragazze dallo spirito libero e l’animo sporty-chic. A partire dal prossimo settembre, inoltre, verrà proposta anche la versione da vista. Dove è possibile acquistare questi accessori? Sul sito ufficiale di Victoria’s Secret, in alcuni ottici selezionati e nei department store, dove vengono venduti al prezzo di 117.60 euro al pezzo per quanto riguarda la prima versione, a 85.23 euro nella variante della linea Pink. Di sicuro tutte quelle che vogliono aggiungere un tocco di freschezza al proprio look primaverile ne andranno pazze.

Fonte: Anche gli angeli indossano occhiali da sole: arrivano i modelli di Victoria’s Secret

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La spiaggia più bella d’Italia si trova in Sicilia: lo dice TripAdvisor
in foto: Spiaggia dei Conigli, Lampedusa. Foto di Figiu

Anche quest’anno TripAdvisor, il noto portale di recensioni di viaggi e vacanze, ha premiato le spiagge più belle del mondo con i Travelers’ Choice Beaches Awards 2019. La classifica delle spiagge più belle è stata stilata sulla base delle valutazioni degli utenti pubblicate sul sito. L’Italia conferma di possedere alcuni degli arenili più belli del mondo. Quest’anno a primeggiare è stata soprattutto la Sardegna che si è aggiudicata il maggior numero di spiagge premiate in Italia. In particolare nella classifica compaiono le due spiagge di Baunei, Cala Mariolu e Cala Goloritze, in provincia di Nuoro, rispettivamente al quarto e sesto posto, la  Cala Coticcio a La Maddalena, al settimo posto, Cala Sinzias a Castiadas, in ottava posizione e la spiaggia di Su Giudeu a Domus de Maria, al nono posto. A guadagnare un posto d’onore tra le spiagge più belle è ancora una volta la Sicilia con la fantastica Spiaggia dei Conigli a Lampedusa, che conferma il suo primato di spiaggia più bella d’Italia e tra le prime posizioni d’Europa.

La spiaggia dei Conigli a Lampedusa è un vero paradiso con un mare cristallino e spiagge bianchissime che non ha nulla da invidiare al mar dei Caraibi. La spiaggia si trova su un isolotto sul versante meridionale di Lampedusa, ed è formata da una piccola baia protetta da due bassi promontori rocciosi, la sabbia è dorata ed il mare è spettacolare con le sue sfumature dal turchese all’azzurro. La spiaggia dei Conigli è un luogo dove la natura regna incontaminata ed è anche amata dalle Tartarughe “Caretta Caretta”, che l’hanno scelta come sito di ovodeposizione. Il nome dell’Isola e della spiaggia dei Conigli ha una storia abbastanza controversa. Secondo alcuni il nome deriverebbe da un errore di traduzione, infatti, si narra che l’ammiraglio Smith nel 1842 indicò nelle sue carte nautiche l’isolotto come Rabit Island, sottolineando il legame con la costa di Lampedusa, poi tradotto come Rabbit Island (Isola dei Conigli in inglese). Per altri, invece, il nome del luogo è legato al fatto che una colonia di conigli raggiunse l’isola.

A completare le spiagge italiane entrate in classifica c’è la Cala Rossa nell’isolatto di Favignana, che guadagna il secondo posto, la Baia del Silenzio di Sestri Levante, che si piazza in quinta posizione, fino alla spiaggia di Tropea sul terzo gradino del podio. Una new entry di quest’anno è la spiaggia di Marinella a Palinuro.

Baia do Sanchoin foto: Baia do Sancho. Foto di CCINTRA

Per quanto riguarda l’Europa la spiaggia eletta più bella è La Concha a San Sebastián, nei Paesi Baschi. Su scala mondiale, invece, l’arenile che ha conquistato il podio è quello della Baía do Sancho a Pernambuco, sull’isola omonima nell’arcipelago di Fernando de Noronha, situato a 350 chilometri dalle coste brasiliane.

Le classifiche

Top 10 spiagge Italia

1. Spiaggia dei Conigli,  Lampedusa

2. Cala Rossa, Isola di Favignana

3. Spiaggia di Tropea, Tropea

4. Cala Mariolu, Baunei

5. Baia del Silenzio, Sestri Levante

6. Cala Goloritze, Baunei

7. Spiaggia di Cala Coticcio, La Maddalena

8. Cala Sinzias, Castiadas

9. Spiaggia di Su Giudeu, Domus de Maria

10. Spiaggia della Marinella, Palinuro

Top 10 spiagge Europa

1. La Concha Beach, Paesi Baschi, Spagna

2. Spiaggia dei Conigli, Sicilia, Italia

3. Falesia Beach, Algarve, Portogallo

4. Playa de Ses Illetes, Isole Baleari, Spagna

5. Balos Lagoon, Creta, Grecia

6. Bournemouth Beach, Regno Unito

7. Elafonissi  Beach, Crete, Grecia

8. Fig Tree Bay, Famagusta District, Cipro

9. Cala Rossa, Sicilia, Italia

10. Playa de Muro, Isole Baleari, Spagna

Top 10 spiagge mondo

1. Baia do Sancho, Pernambuco, Brasile

2. Varadero Beach, Cuba, Caraibi

3. Eagle Beach, Aruba, Caraibi

4. La Concha Beach, Paesi Baschi, Spagna

5. Grace Bay, Turks and Caicos, Caraibi

6. Clearwater Beach, Florida, Stati Uniti

7. Spiaggia dei Conigli, Sicilia, Italia

8. Seven Mile Beach, Isole Cayman, Caraibi

9. Playa Norte, Penisola dello Yucatán, Messico

10. La spiaggia più bella d’Italia diSeven Mile Beach, Giamaica, Caraibi.

Fonte: La spiaggia più bella d’Italia si trova in Sicilia: lo dice TripAdvisor

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