Mese: Dicembre 2022

La calce idrata è un materiale utilizzato in diversi settori, tra cui l'agricoltura. In questo campo, viene spesso impiegata per neutralizzare il pH del terreno, che può essere troppo acido o troppo alcalino per determinate colture. Il pH del terreno è un indicatore della sua acidità o alcalinità, che viene misurato su una scala da 0 a 14. Un terreno con pH compreso tra 6 e 7 è considerato neutro, mentre valori inferiori indicano una maggiore acidità e valori superiori una maggiore alcalinità. Ogni coltura ha un range di pH ottimale in cui cresce meglio, quindi è importante mantenere il pH del terreno all'interno di questo range per ottenere il massimo rendimento. La calce idrata in agricoltura viene utilizzata per aumentare il pH del terreno, ovvero per renderlo meno acido. Ciò può essere particolarmente utile per colture come patate, pomodori e peperoni, che crescono meglio in terreni leggermente alcalini. Inoltre, la calce idrata ha anche proprietà disinfettanti, quindi può essere utilizzata per prevenire la diffusione di malattie delle piante. Tuttavia, è importante utilizzare la calce idrata con moderazione, poiché un eccesso di alcalinità può essere dannoso per alcune colture. Inoltre, la calce idrata può aumentare la durezza dell'acqua, rendendola meno adatta per l'irrigazione. Pertanto, è importante seguire attentamente le istruzioni del produttore e fare riferimento a fonti autorevoli, come l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) o il Ministero dell'Agricoltura, per ottenere informazioni precise e aggiornate sull'utilizzo della calce idrata in agricoltura. Oltre alla calce idrata, esistono anche altri modi per regolare il pH del terreno, come l'utilizzo di composti organici o di fertilizzanti a base di calcio. Tuttavia, è importante ricordare che il pH del terreno è solo uno dei molti fattori che influiscono sulla crescita delle piante e che è necessario considerare anche altri aspetti, come la disponibilità di nutrienti, l'umidità e la temperatura, per garantire il massimo rendimento delle colture.

 

Che differenza c'è tra calce viva e calce idrata?

La calce viva e la calce idrata sono entrambe sostanze utilizzate nell'agricoltura. Entrambe sono utilizzate come fertilizzanti, ma hanno alcune differenze importanti. La calce viva è una miscela di carbonato di calcio e di ossido di calcio che si trova in natura. E' anche conosciuta come calce bruciata ed è una sostanza solida a temperatura ambiente. La calce viva viene generalmente prodotta con un processo chiamato calcination, che prevede l'aggiunta di calore a un materiale ricco di carbonato di calcio, come la pietra calcarea. La reazione provoca la decomposizione del carbonato in ossido di calcio e anidride carbonica.

La calce idrata, al contrario della calce viva, è un composto chimico composto da carbonato di calcio e acqua. Si forma quando il carbonato di calcio reagisce con l'acqua, formando una sostanza pastosa o liquida. A differenza della calce viva, la calce idrata non è solida a temperatura ambiente ed ha un aspetto simile a quello della crema da barba.

Read Full Article

L’attenzione alla sostenibilità a livello di edilizia è diventata sempre più rilevante negli ultimi anni: e se è vero che esistono diverse strategie che permettono di migliorare questa caratteristica anche in abitazioni già esistenti, è anche vero che installare un impianto fotovoltaico domestico con accumulo può rivelarsi davvero la situazione vincente da diversi punti di vista.

A cominciare dal risparmio economico: infatti i sistemi fotovoltaici hanno visto negli anni abbassare il loro costo, come si può facilmente scoprire qui, diventando davvero a portata di tutte le tasche. Inoltre le dimensioni dei vari elementi si sono ridotte e sono diventate molto più semplici le procedure di installazione.

Per fornire di un impianto fotovoltaico completo in modo semplice la propria abitazione, la scelta può essere anche quella di un kit fotovoltaico 6kW con accumulo: ne esistono di diverse “potenze” e la presenza del sistema di accumulo, cioè della batteria, permette di ottimizzare al massimo l’autoconsumo e il risparmio complessivo.

 

Perché scegliere un fotovoltaico con accumulo?

Ma perché quella del sistema con accumulo è sicuramente la situazione migliore in ottica di sostenibilità e non solo? I kit fotovoltaici con sistema di accumulo, che sono dotati di tutti gli elementi necessari per un impianto completo, hanno un costo di partenza maggiore rispetto a quelli che non sono dotati di batteria.

Quindi potrebbe sembrare un controsenso parlare di risparmio per un impianto del genere. La realtà è del tutto diversa: un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo affianca al risparmio energetico in bollette anche la massima efficacia in termini di sostenibilità, nonostante i costi iniziali siano più elevati rispetto a un impianto “classico” (cioè con cessione dell’energia prodotta in eccesso alla rete di distribuzione nazionale).

Questo accade perché un impianto con accumulo può arrivare persino ad azzerare la bolletta elettrica. Infatti, se si sceglie un impianto correttamente dimensionato a seconda delle esigenze della propria abitazione a livello elettrico, durante le ore diurne è possibile non solo produrre l’energia elettrica necessaria al normale funzionamento della casa, ma anche immagazzinare l’energia prodotta in eccesso all’interno della batteria.

Energia che potrà essere utilizzata durante le ore serali e notturne: in questo modo in diversi casi non sarà più necessario richiedere energia alla rete di distribuzione nazionale e la bolletta energetica si potrà realmente azzerare.

 

Energia prodotta in eccesso: non va sprecata

A seconda della potenza dell’impianto fotovoltaico installato è anche possibile, anzi probabile, che l’energia prodotta vada a caricare completamente la batteria o le batterie che fanno parte dell’impianto stesso. In questo caso l’eventuale energia prodotta in eccesso non va sprecata: grazie infatti ai moderni inverter, l’energia viene ceduta alla rete di distribuzione.

Oltre ad azzerare la bolletta elettrica con questo tipo di impianto diventa possibile quindi massimizzare l'auto produzione: quindi non è più necessario richiedere elettricità da fonti esterne (che spesso la producono attraverso combustibili fossili, dannosi per l’ambiente.

 

I pannelli fotovoltaici: una scelta sostenibile

Quindi l’installazione di un impianto fotovoltaico domestico rappresenta sicuramente un passo avanti importante nel campo della sostenibilità ambientale nell’edilizia. Infatti in molti casi permettono di ottenere l’autosufficienza a livello di produzione elettrica per le case e inoltre di rifornire di energia “green” la rete di distribuzione nazionale.

Risultati importanti che hanno un grande impatto a livello ambientale: la diffusione di questo tipo di impianti, favorita anche dalle semplificazioni a livello burocratico messe in atto negli ultimi anni, permette di fare un passo avanti anche nel delicato settore dell’efficienza e autonomia energetica a livello nazionale.

È importante inoltre ricordare che l’installazione di un impianto fotovoltaico gode di diversi incentivi messi in campo dal governo: che possono tradursi o in un credito d’imposta o su uno sconto ottenuto direttamente in fattura.

 

Installare i pannelli fotovoltaici

Per l’installazione dei pannelli fotovoltaici e la configurazione dell’impianto, è sempre meglio rivolgersi a un tecnico esperto nel settore. Questo perché saprà consigliare la soluzione migliore in termini di potenza e inoltre saprà indicare quella che è la posizione migliore per l’installazione dei pannelli. Infatti la resa dell’impianto può essere influenzata anche dalla presenza di elementi esterni (per esempio alberi) che ombreggiano i pannelli: anche se con i moderni moduli questa problematica è molto ridotta, come tutte quelle legate a eventuali perdite di efficienza.

Da notare poi che la durata dei diversi elementi degli impianti fotovoltaici si è fatta sempre più lunga, senza una concomitante perdita di efficienza: questo vuol dire che un moderno impianto potrà produrre energia elettrica per 20-25 anni senza particolari perdite di potenza e senza richiedere una particolare manutenzione (esclusa quella ordinaria e le operazioni di pulizia).

Si tratta di un orizzonte temporale molto lungo: questo significa recuperare in un tempo relativamente breve l’investimento iniziale e continuare a lungo a azzerare o limitare moltissimo la spesa per la bolletta elettrica. Tutto senza produrre inquinamento, nell’assoluto rispetto dell’ambiente e della natura.

Read Full Article