Categoria: Miscellanea

Se hai un sito web o un blog, sicuramente saprai quanto sia importante svolgere periodicamente una ricerca delle parole chiave al fine di sviluppare un buon piano editoriale e convertire le visite degli utenti in profitto. Se ultimamente ti sei accorto che la tua strategia in questo senso non sta dando i risultati sperati, molto probabilmente quello di cui hai bisogno sono chiavi più precise, più affini con quella che nei fatti è la tua offerta di prodotti o servizi. Se finora hai sempre puntato su parole chiave molto generiche infatti, potresti essere quasi invisibile agli occhi dei motori di ricerca, e naturalmente a quelli di Google. Una scelta sbagliata delle keyword infatti non è solamente inutile, ma spesso si rivela anche controproducente. Come fare per uscirne? Vediamo alcune possibili soluzioni.

 

Alla ricerca della keyword perfetta

Nonostante la SEO sia sempre più sulla bocca di tutti, sono pochi i professionisti capaci di sfruttarne al meglio le potenzialità. Già, perché con il passare del tempo l’algoritmo di Google si affina, e il posizionamento nelle prime pagine diviene un obiettivo sempre più complesso. In realtà però, come anticipato, esistono alcuni modi per sconfiggere “Golia” e ritagliarsi il giusto spazio spazio su internet: il primo di essi consiste per esempio nell’aggirare il gigante e scegliere una nicchia più ristretta in cui primeggiare. Che è anche un po’ il solito principio basilare del marketing “per diventare il primo esponente in un mercato, non fare a gara con gli altri ma creane uno nuovo”. Così facendo, il posizionamento è assicurato. Inoltre, è bene ricordare che sul web esistono numerosi tool capaci di darti una mano in questo senso. Tra di essi figurano sia vere e proprie suite, sia semplici siti web in cui ti basta inserire una keyword per veder comparire quelle più affini. Naturalmente, gli strumenti a pagamento sono i più precisi, ma anche i più difficili da utilizzare.

 

La parola degli esperti SEO

Secondo gli esperti del settore, la risposta più efficace è anche quella più semplice per l’utente: affidando la ricerca delle parole chiave ad un’agenzia specializzata nella SEO puoi finalmente emergere e posizionarti nella prima pagina di Google. Questo è effettivamente il modo più sicuro e con il maggior potenziale in assoluto per fare della tua piccola attività una realtà in costante crescita. Un’agenzia SEO infatti è in grado di monitorare una molteplicità di fattori che per il singolo utente sarebbero certamente proibitivi, anche a fronte di conoscenze e competenze ottenute con studi mirati e corsi a pagamento sul tema. Gestire un sito web e le relative campagne pubblicitarie richiede infatti competenza, curiosità ma soprattutto costanza: se devi occuparti di seguire l’aspetto creativo e produttivo di beni e servizi da te ideati, quasi certamente non riuscirai a dedicare anche un tempo sufficiente all’implementazione di strategie di marketing efficace! La scelta delle parole chiave rientra probabilmente tra gli aspetti più divertenti e alla tua portata in questo processo, ma è sempre bene ricordare che da sola non basta!

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Che rapporto hanno gli italiani con la pubblicità? Qual è quella che guardano di più? Secondo gli esperti, la pubblicità nativa è quella che si sta diffondendo e prendendo sempre più piede tra gli italiani. Facendo un giro veloce sulla home di nativery, è possibile farsi un'idea di quello che i siti specializzati in native ads possono fare per tutti i tipi di business. A dire il vero però, gli italiani sono ancora molto coinvolti anche dalle forme di pubblicità più tradizionale che comunque sono tanto diffusi, specie tra le grandi aziende.

Andando ad analizzare i dati dell'ultimo rapporto Censis risulta, ovvero, che gli italiani sono legati in maniera forte alla tv, ma vi è un consumo di media sempre più digitali, soprattutto tra i più giovani. Parliamo di coloro che hanno tra i 14 e i 29 anni. Questo pubblico è sempre più spinto dai contenuti del marketing che si allontanano dal tradizionale per cercare una pubblicità più costruita e su misura.

 

Quali pubblicità colpiscono gli italiani

Secondo i dati dell'ultimo rapporto Censis gli italiani si stanno distaccando dai mezzi del marketing tradizionale. I dati, infatti, dimostrano che il marketing tradizionale è in crisi. Piuttosto, la presenza online è quella in grado davvero di pubblicizzare un brand. Gli italiani cercano ogni giorno di più solo informazioni sui propri acquisti e lo fanno attraverso internet.

Infatti, almeno il 37% degli italiani per avere informazioni su un prodotto o su un'azienda visita il sito web e cerca i pareri di altre persone nei forum online o nelle community, in una percentuale pari al 19% circa. Il 13,4% degli italiani è spinto a cercare su siti di e-commerce – come per esempio eBay – oppure l'11,2% cerca recensioni video su YouTube. Stesso discorso anche per i portali di acquisto collettivo, come ad esempio Groupon, che sono consultati da almeno il 10,9% degli acquirenti finali di un prodotto. Inoltre, il 10,5% delle persone chiede parerei agli amici anche attraverso i social network. Gli utenti, ciò che è certo, è che nel tempo si sono abituati a fare ricerche sul web prima di fare qualunque tipo di acquisto. Per questo la rete ha registrato degli incrementi pubblicitari pari al 12,3% nel corso degli ultimi anni.

È un numero destinato a crescere che dimostra come è importante cambiare completamente il modo di comunicare, soprattutto in termini pubblicitari.

 

Il boom dei contenuti nativi

Nella crescita della pubblicità retail, a fare la differenza e a registrare un vero e proprio picco, è la pubblicità nativa in Europa. Parliamo di un tipo di pubblicità che ha portato una crescita almeno del 156%, se si considerano i prospetti fino al 2025. Questo perché i consumatori sono sempre più immuni dai tipi di pubblicità classica. Piuttosto cercano qualcosa che sia davvero costruito su misura, con contenuti di qualità e performanti. Inoltre, la pubblicità nativa è anche perfetta per i contesti social, per quelli mobile e per i video. La fruizione semplificata via mobile di questo tipo di pubblicità aiuta ancora di più a diffondere la native advertising, quindi a parlare ai potenziali clienti.

 

Perché scegliere la pubblicità digitale

Oggi giorno optare per la pubblicità digitale è un vero e proprio imperativo categorico. Ne sono certi gli esperti che hanno registrato la curva di crescita del marketing nativo – e in generale di quello digitale. Di conseguenza, gli imprenditori sono sempre più propensi ad approfittare dei costi più abbordabili della pubblicità sul web e delle sue possibilità di entrare a stretto contatto con i consumatori. Il digitale permette di creare un rapporto a “tu per tu” con il target di riferimento. Quindi, la pubblicità online rappresenta sicuramente la soluzione ideale per quelle realtà anche più piccole che vogliono investire parlando con il target di riferimento, coinvolgendolo in maniera diretta e senza rinunciare a un contenuto di qualità.

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I portafortuna sono sempre molto personali e anche lo stesso oggetto può significare cose differenti da persona a persona. Secondo la psicologia, in realtà, chi è superstizioso pensa che alcuni oggetti possono tenere lontano la sfortuna per “pura magia”. A essere sinceri però, anche la scienza è convinta che alcuni elementi possano aiutare a essere più fortunati, soprattutto se si considerano delle ragioni che vanno ben oltre gli aspetti soprannaturali. In pratica, per gli esperti, credere che alcuni oggetti possano essere portatori di influenze positive aiuta a riuscire meglio in ciò che si crede. Ma questo non vale solo per gli oggetti, quanto anche per determinati numeri o per degli specifici elementi. Ad esempio, chi crede nella numerologia, considera alla stregua di portafortuna anche alcuni numeri, tra cui anche i numeri doppi. Insomma, tutto dipende un po' da quello che è l'atteggiamento che si assume rispetto a determinate situazioni. Scopriamo insieme perché i portafortuna non sono solo una questione di testa e come possono cambiarci la vita.

 

A cosa servono i portafortuna

I portafortuna sono degli oggetti o degli elementi anche non fisici (ad esempio i numeri) che possono portare delle vibrazioni positive alle persone. Di conseguenza, aiutano ad affrontare positivamente e in maniera più semplice delle situazioni. Secondo gli esperti, i portafortuna possono essere realmente positivi nella vita di una persona al di là dei fattori soprannaturali, perché aiutano a pensare che qualcosa possa andare positivamente. Ciò genera un atteggiamento positivo e la sensazione di sentirsi tutelati che alcuni provano. Infatti, ad alimentare la potenza dei portafortuna molto spesso è un po' di superstizione. Le persone iniziano a legarsi a degli elementi perché pensano che possono essere portatori di buoni auspici. In realtà, al di là del fattore naturale è proprio questa convinzione che spinge le persone a sentirsi tutelate da alcuni oggetti. A tal fine è stato fatto uno studio in Germania proprio per capire come la presenza di portafortuna possa influenzare le persone in maniera più o meno positiva.

 

Lo studio sui portafortuna

I ricercatori dell'università di Colonia, in Germania, hanno fatto uno studio proprio sui portafortuna. In particolare, hanno invitato un gruppo di studenti a portare dei portafortuna con sé, come ad esempio dei talismani, per effettuare un esperimento. I ricercatori hanno preso questi elementi con la scusa di fotografarli e li hanno restituiti ai propri studenti poco prima di iniziare delle prove di abilità e dei quiz al computer. Una parte dei talismani, però, sono stati restituiti mentre un'altra parte no. Stando all'analisi di questo particolare esperimento, la parte che aveva con sé il portafortuna è andata molto meglio all'esame rispetto a chi non ce l'aveva. Chi aveva, cioè, il talismano insieme a sé, si sentiva più sicuro e quindi, si è posto degli obiettivi più ambiziosi. In sostanza, queste persone erano convinte di potercela fare in quanto si sentivano tutelate dalla presenza del talismano. Più che una prova soprannaturale vera e propria, è stata piuttosto una “questione di testa”, di atteggiamento mentale.

 

L'importanza di credere ai portafortuna

Credere a dei portafortuna significa riuscire a pensare che un oggetto possa avere influenze positive sulla vostra vita. Ciò vi porterà a credere di avere la sorte della propria parte e a cambiare atteggiamento diventando più positivi e coraggiosi. È una questione di testa o forse no? Ciò che è certo è che avere un portafortuna con sé comporta un'esperienza positiva: le persone si sentono tutelate e allo stesso modo, sentono di essere sotto una buona stella. Già solo la sensazione di avere questo privilegio comporta dei segnali positivi e la convinzione di potercela fare, ponendosi anche obiettivi più complessi. Dunque, se è vero che i portafortuna sono una questione di testa, non sottovalutate mai l'importanza di averli con sé.

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Per lavorare nel settore dell’alta ristorazione serve mettere in campo, oltre a un enorme sacrificio, anche un approccio sostenibile, tanta abilità e tecnica. Questa professione, infatti, richiede conoscenze approfondite e attenzione, una grande passione e adeguate capacità manuali. Il ruolo di chef di alta ristorazione oggi giorno è diventato importante, strategico per l’Italia ed è fondamentale avere le competenze adeguate per riuscire a portarlo avanti con soddisfazione. Per iniziare questa attività è necessario intraprendere una formazione specifica sia nella fase di diploma, che in quella seguente. Il primo passaggio, quindi, è quello di conseguire il titolo della scuola secondaria o di secondo grado.

Vediamo quali sono le competenze che devi necessariamente avere e il percorso più adatto per questa attività.

Alta ristorazione, il percorso di studi

Per sfondare nel campo dell’alta ristorazione, è molto importante seguire dei corsi di specializzazione specifici post diploma. Il settore dell’alta ristorazione è molto delicato e richiede numerose competenze non solo manageriali, ma anche pratiche e tecniche. Bisogna innanzitutto imparare a riconoscere la qualità del cibo, nonché avere una grande passione e cura per ogni più minimo dettaglio. Il percorso migliore da seguire è quello che inizia frequentando un istituto alberghiero. Va detto anche che si può diventare uno Chef professionista pur non avendo un percorso formativo alberghiero specifico alle spalle. A chi è rimasto indietro con il percorso di studi e desidera prendere un diploma per diventare Chef, consigliamo di leggere in questa pagina sui corsi del recupero anni scolastici bergamo.

Che tu decida di intraprendere la scuola alberghiera o un corso di formazione professionale, potrai decidere in quale ruolo specializzarti come quello, ad esempio, del sommelier, del pasticcere o dello chef. Inoltre, anche la figura del responsabile di sala nell’alta ristorazione, ovvero un maitre specializzato, è molto importante in questo comparto produttivo. Al contrario, chi invece vuole intraprendere la carriera di manager del settore dell’alta ristorazione deve acquisire competenze più tecniche, economiche o gestionali. La scelta ideale è quella di conseguire un titolo universitario in tal senso.

La specializzazione nel settore dell’alta ristorazione

La specializzazione rappresenta un elemento chiave per chi vuole fare carriera nel mondo dell’alta ristorazione. Sia per i ruoli operativi che quelli manageriali, conseguire dei corsi specifici è molto importante e aiuta a raggiungere anche gli obiettivi più difficili. Se vuoi arrivare ai vertici della carriera manageriale devi scegliere corsi di alta specializzazione nel settore agroalimentare e del marketing. Mentre, invece, se vuoi acquisire competenze pratiche devi optare per dei corsi professionali specifici. Parliamo, a titolo esemplificativo, di quelli per chef, pasticcere, sommelier o quelle per diventare direttori di sala.

Tutti questi corsi possono essere conseguiti verso enti specializzati in Italia. Non sai quale scegliere? Non ti preoccupare: ve ne sono tanti specializzati nel settore della ristorazione o dell’hospitality. Scegliere scuole professionali serie è obbligatorio, trovare quelle prestigiose, sarà un plus per il tuo curriculum.

Alcuni consigli per sfondare nel mondo dell’alta ristorazione

L’alta ristorazione richiede competenze trasversali e, quindi, non basta solo una buona formazione ma anche tanta pratica per riuscire nell’intento di diventare un nome importante in questo ambito. A tal fine potrebbe essere utile, ad esempio, acquisire tanta esperienza anche in un Paese estero oppure in un ambiente multidisciplinare. Tali esperienze ti faranno acquisire delle abilità preziose per realizzare vari tipi di piatti, utili nella gestione di diversi locali e di cucine di grandezze differenti. Uno chef o un responsabile di sala che ha fatto esperienze all’estero di certo avrà competenze molto più trasversali e diffuse, rispetto, invece, a chi ha conseguito la sua formazione solo in Italia.

Per questo, chi vuole sfondare in questo settore non può non prendere in considerazione l’opportunità di fare tante esperienze anche all’estero, cioè in giro per il mondo. Solo così potrai diventare professionalmente più appetibile per le attività che assumono in questo comparto oppure per acquisire tutto ciò che serve per gestire al meglio la propria attività nel settore dell’alta ristorazione.

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I giochi di ruolo sono noti in tutto il globo e consentono di recitare, inventare e immergersi in un’avventura fantastica, cercando di immedesimarsi al meglio nel personaggio che si è scelto di interpretare. Secondo alcuni esperti la loro storia inizia nel 1974, ma altri fanno risalire le loro radici addirittura al Seicento.

 

Giochi di ruolo: la definizione

I giochi di ruolo o role-playing games sono chiamati così proprio perché i giocatori interpretano dei personaggi a loro scelta, che possono essere immaginari, magari ispirati a quelli di una trama di un film e/o romanzi, o direttamente altri reali. Tra questi ultimi ad esempio possono esserci quelli storici, Vip o altri. In questo modo l’attività ludica diventa una sorta di spettacolo teatrale, ma il punto è che il giocatore non sarà uno spettatore, bensì un vero e proprio attore. Diventerà quindi colui o colei che contribuisce a creare una storia.

Non ci saranno vincitori, perché tutti dovranno contribuire a realizzare trame seguendo le regole dettate da un giocatore chiamato “dungeon master” o a volte anche “game master”. Chiarite queste caratteristiche principali di questi tipi di giochi, può essere curioso scoprire anche come siano nati. Oggi sono conosciuti in tutto il mondo, ma chi li ha creati?

 

La storia

Tutto iniziò nel 1974, quando Gary Gigax e Dave Arneson realizzarono OD&G, sigla che indica “Original D&D”, ovvero Dungeons & Dragons, che è considerato proprio il primo gioco di ruolo. I suoi inventori erano due designer di origine americana e per inventare il gioco in questione presero spunto da quelli che facevano parte della tipologia “wargame”. Con questo termine si fa riferimento ad attività ludiche che hanno un regolamento abbastanza complesso, dato che le indicazioni per giocare che devono essere seguire sono svariate. In più si usano miniature per dare forma a tante riproduzioni di imprese storiche, specialmente guerre. In realtà si possono anche “combattere” battaglie totalmente inventate. La differenza fondamentale tra il wargame e il nuovo genere che i due designer idearono però risiede nel fatto che la prima categoria comprende scontri che avvengono proprio tra due schieramenti, mentre con un normale gioco di ruolo ogni giocatore interpreta un solo personaggio. Gigax e Arneson furono quindi i primi che idearono tale seconda tipologia di giochi. Da qui poi sono nate tantissime varianti. Si pensi infatti che addirittura in alcuni giochi di ruolo chi gioca si traveste, indossando proprio costumi tipici di persone esistite in altre epoche o che presentano un aspetto totalmente inventato.

Per quanto riguarda i cenni storici poi si possono anche evidenziare alcuni dettagli, come l’anno in cui furono ideati i wargame. Secondo alcuni studiosi fu Johann Christian Ludwig Hellwig che nel 1780 creò una mappatura con ben 1666 caselle su cui giocare. Come accennato però, il primo vero e proprio gioco di ruolo è quello di Gigax e Arneson. Dato che però alla fine in queste attività ludiche si deve semplicemente improvvisare, tenendo conto delle regole del game master, le origini di tale improvvisazione si fanno risalire persino al Seicento. In quel periodo infatti era presente la “Commedia dell’arte”, intesa come forma teatrale che seguiva un canovaccio, ovvero l’arte di improvvisare considerando regole base. C’erano infatti alcuni personaggi fissi, ma dialoghi e azioni erano proprio inventati sul momento. Per questo motivo, secondo alcuni esperti, i giochi di ruolo deriverebbero proprio da quell’epoca antica.

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La calce idrata è un materiale utilizzato in diversi settori, tra cui l'agricoltura. In questo campo, viene spesso impiegata per neutralizzare il pH del terreno, che può essere troppo acido o troppo alcalino per determinate colture. Il pH del terreno è un indicatore della sua acidità o alcalinità, che viene misurato su una scala da 0 a 14. Un terreno con pH compreso tra 6 e 7 è considerato neutro, mentre valori inferiori indicano una maggiore acidità e valori superiori una maggiore alcalinità. Ogni coltura ha un range di pH ottimale in cui cresce meglio, quindi è importante mantenere il pH del terreno all'interno di questo range per ottenere il massimo rendimento. La calce idrata in agricoltura viene utilizzata per aumentare il pH del terreno, ovvero per renderlo meno acido. Ciò può essere particolarmente utile per colture come patate, pomodori e peperoni, che crescono meglio in terreni leggermente alcalini. Inoltre, la calce idrata ha anche proprietà disinfettanti, quindi può essere utilizzata per prevenire la diffusione di malattie delle piante. Tuttavia, è importante utilizzare la calce idrata con moderazione, poiché un eccesso di alcalinità può essere dannoso per alcune colture. Inoltre, la calce idrata può aumentare la durezza dell'acqua, rendendola meno adatta per l'irrigazione. Pertanto, è importante seguire attentamente le istruzioni del produttore e fare riferimento a fonti autorevoli, come l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) o il Ministero dell'Agricoltura, per ottenere informazioni precise e aggiornate sull'utilizzo della calce idrata in agricoltura. Oltre alla calce idrata, esistono anche altri modi per regolare il pH del terreno, come l'utilizzo di composti organici o di fertilizzanti a base di calcio. Tuttavia, è importante ricordare che il pH del terreno è solo uno dei molti fattori che influiscono sulla crescita delle piante e che è necessario considerare anche altri aspetti, come la disponibilità di nutrienti, l'umidità e la temperatura, per garantire il massimo rendimento delle colture.

 

Che differenza c'è tra calce viva e calce idrata?

La calce viva e la calce idrata sono entrambe sostanze utilizzate nell'agricoltura. Entrambe sono utilizzate come fertilizzanti, ma hanno alcune differenze importanti. La calce viva è una miscela di carbonato di calcio e di ossido di calcio che si trova in natura. E' anche conosciuta come calce bruciata ed è una sostanza solida a temperatura ambiente. La calce viva viene generalmente prodotta con un processo chiamato calcination, che prevede l'aggiunta di calore a un materiale ricco di carbonato di calcio, come la pietra calcarea. La reazione provoca la decomposizione del carbonato in ossido di calcio e anidride carbonica.

La calce idrata, al contrario della calce viva, è un composto chimico composto da carbonato di calcio e acqua. Si forma quando il carbonato di calcio reagisce con l'acqua, formando una sostanza pastosa o liquida. A differenza della calce viva, la calce idrata non è solida a temperatura ambiente ed ha un aspetto simile a quello della crema da barba.

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I giocattoli magnetici sono educativi e divertenti per i bambini. Mentre giocano con i magneti, imparano scienze, matematica, fisica e altro ancora. Quando si tratta di magneti, ce ne sono molti tipi. È importante scegliere quello giusto per il tuo bambino. Ci sono giocattoli da costruzione magnetici come blocchi, bastoncini, palline e piastrelle. Inoltre, ci sono lettere magnetiche con cui i bambini possono giocare. Questo li aiuterà a imparare le lettere e a formare prime parole.

Tutti questi giocattoli magnetici sono buoni giocattoli da costruzione STEM. I bambini giocheranno con loro in modi diversi negli anni a venire. Il tuo ingegnere in erba potrà utilizzare manipolatori magnetici per aumentare il ragionamento spaziale, la creatività e le capacità di pensiero critico. È ancora più divertente quando possono combinare diversi set, come un set di sfere magnetiche con un set di blocchi magnetici. È importante sapere, tuttavia, che i giocattoli magnetici possono essere molto pericolosi, perché potrebbero causare soffocamento se ingeriti dai bambini più piccoli. Per questo motivo è consigliabile sempre supervisionare i bambini durante il gioco.

Per saperne di più e, perché no, acquistare online il tuo set di giocattoli puoi andare su Geomagworld.com È tuttavia importante conoscere i giocattoli da costruzione magnetici prima di acquistare un set. Continua a leggere per imparare le differenze tra blocchi magnetici, sfere magnetiche, piastrelle, bastoncini e giocattoli magnetici in modo che tu possa fare la scelta migliore per il tuo bambino.

Blocchi magnetici

Quando pensi ai blocchi magnetici, potresti pensare ai cubi magnetici, proprio come i blocchi di legno. Tuttavia, la maggior parte dei blocchi magnetici oggi sono più simili a piastrelle. Di solito vengono venduti in set con colori vivaci dove puoi vedere attraverso. Le forme sono realizzate con plastica resistente. Ogni pezzo è magnetico. Queste tessere avranno potenti magneti, quindi le build tengono tutta la struttura insieme. I bambini impareranno forme e colori giocando con queste tessere. I set di tessere e blocchi magnetici includono triangoli, quadrati e rettangoli perché hanno un bordo dritto.

Ciò significa che probabilmente non troverai le tessere magnetiche a forma di cerchio. L'idea è che i bambini abbinino i lati in modo che si attacchino e si tengano insieme.

Includere diverse forme

I set includeranno diverse dimensioni di ciascuna forma, ovvero due o tre triangoli, rettangoli e quadrati di dimensioni diverse. Alcuni set più grandi includono esagoni. Alcuni set includono ruote per i bambini per costruire veicoli e macchine. Questo aiuta a mantenerlo interessante e così i bambini possono creare e costruire cose diverse. Aiuterà anche i bambini a imparare le forme e l'ordinamento.

I bambini possono costruire cubi o piramidi in base al colore, se lo desiderano. Possono costruire regni e torri in posizione verticale o costruire più in basso e orizzontalmente. Ci sono infinite possibilità di gioco.

Le tessere magnetiche

Oltre ad essere ottimi giocattoli educativi per l'apprendimento STEM, le tessere magnetiche, non occupano molto spazio e si adattano bene all'interno di una scatola di plastica. Questo rende le tessere magnetiche portatili e ottimali per far giocare i bambini. È importante acquistare abbastanza tessere. Molti set vengono forniti solo con 30 – 150 tessere magnetiche. Anche se all'inizio sarà divertente, probabilmente non manterrà l'interesse dei bambini a lungo termine. Pensalo come altri giocattoli da costruzione, come i mattoncini LEGO. Più pezzi hanno, più possono creare.

Trova un set che ti piace. Dopo che tuo figlio ha mostrato interesse e sai che è un prodotto di qualità, acquista più piastrelle se puoi, per variare l’offerta e di conseguenza la complessità delle costruzioni. La maggior parte dei set di blocchi magnetici includerà indicazioni per le idee. Tuttavia, i bambini si divertiranno a costruire le proprie creazioni. Come tutti i giocattoli magnetici, questi set stimoleranno la creatività e l'immaginazione. Sono educativi e aiuteranno i bambini a perfezionare le loro capacità motorie e la coordinazione occhio-mano.

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Dopo anni di attese, VolksWagen fa finalmente rilasciato ID BUZZ, monovolume elettrico dal carattere versatile e ultramoderno. L'attenzione alle nuove tecnologie e alla sostenibilità ambientale, non hanno impedito alla casa di Wolfsburg di regalare al furgoncino l'appeal e lo spirito del leggendario Tipo2, meglio noto come T2 o Bulli.

Il nuovo ID BUZZ si presenta con una veste completamente rinnovata, in linea con gli attuali canoni estetici, ma che strizza l'occhio agli anni '50: ampie vetrate, spazio a bordo più che abbondante nonostante ingombri esterni contenuti, e un'aria sbarazzina che sa di pace, amore e libertà. Se l'aspetto esterno colpisce favorevolmente, i tecnici tedeschi non si sono risparmiati sul fronte efficienza: il BUZZ, a dispetto delle forme da furgoncino, può vantare un CX inferiore a 0,29. Un coefficiente di penetrazione aerodinamica da record per la categoria, e nettamente migliore di molte berline oggi in circolazione.

Quello che può sembrare un mero vezzo ingegneristico agli occhi dei meno esperti, si rivela un importante dato funzionale, perfettamente in linea con la filosofia costruttiva del veicolo. Una spiccata efficienza aerodinamica aiuta a ridurre la resistenza all'avanzamento. Questo significa meno attrito con l'aria, e di conseguenza, minori consumi.

Sul campo dell'efficienza energetica si gioca una partita importante, nel più ampio tema della sostenibilità ambientale. Intorno a questo tema, ID BUZZ è stato sviluppato per primeggiare nella sua categoria. Come ci si aspetta da un veicolo di ultima generazione, la propulsione è elettrica: il motore sincrono è collegato direttamente alle ruote posteriori, e le batterie trovano spazio sotto il pianale.

Filosofia meccanica che consente di ottimizzare gli ingombri, a tutto vantaggio di capacità di carico e prestazioni. ID BUZZ può assicurare un'autonomia che viaggia sul filo dei 450 Km secondo gli standard del ciclo Wltp. La potenza erogata dal propulsore è di quasi 205 cavalli, con le batterie in grado di immagazzinare energia pari a 77 kW/h.

A bordo si sta più che comodi anche in cinque, e rimane ancora tantissimo spazio per i bagagli: il volume di carico supera i 1.120 litri, mentre abbattendo l'ultima fila di sedili il valore va quasi a raddoppiare. In viaggio, la sicurezza è garantita dagli ultimi sistemi ADAS di guida assistita, e anche l'infotainment non è da meno.

ID BUZZ ha tutto quello che serve per famiglie numerose, desiderose di viaggi in libertà e nel massimo della sicurezza che si può chiedere a un veicolo di ultimissima generazione. Lo spirito del Bulli prosegue anche su un piano strettamente pratico e pragmatico, oltre al già citato appeal estetico. I due furgoncini hanno più di un punto in comune.

Alla scoperta del Bulli

A proposito del Bulli, che può vantare ben 64 anni di onorato servizio, ci sono alcune cose che vale la pena conoscere. Lanciato nel 1957 come furgoncino da lavoro, è stato prodotto ininterrottamente fino al 31 gennaio 2014 negli stabilimenti brasiliani di VW.

Il nomignolo Bulli significa proprio forgone per la consegna di merci, un vezzeggiativo che in tutta la sua teutonica dolcezza deriva dalla contrazione di Bus e Lieferwagen. Nel gioco di parole rientra anche l'aggettivo bullig, che sempre in tedesco vuol dire possente, muscoloso.

Da veicolo destinato a commercianti e artigiani, il T2 divenne ben presto icona di libertà di Hippi e famiglie che lo usavano come camper per le proprie vacanze. Il nuovo ID BUZZ nasce con la stessa filosofia, essendo declinato in due versioni: veicolo commerciale e monovolume.

La trazione elettrica lo rende al passo coi tempi e rispettoso della nuova sensibilità verso l'ambiente, ma a dirla tutta in VolksWagen erano arrivati alla stessa soluzione già nei mitici '70. Una versione elettrica del Bulli venne presentata in quegli anni, ma potendo garantire un'autonomia molto limitata, il progetto venne ben presto congelato. Per riapparire 50 anni dopo sotto forma di ID BUZZ.

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È sempre importante valorizzare al meglio l’ambiente in cui si vive, ecco perché mentre si realizza un nuovo spazio bisogna trovare la soluzione più efficace per progettare in modo efficiente l’ambiente interno, facendo attenzione alle geometrie, alle forme, alla luce e al comfort della struttura. Le pareti mobili divisorie hanno il compito di dividere gli spazi, in base alla progettazione dell’edificio. Ma non solo, le pareti mobili attrezzate donano leggerezza e semplicità a qualsiasi area, risultando una soluzione che permette di venire incontro a tutte le esigenze degli utenti.

Cosa sono le pareti mobili?

Le pareti mobili attrezzate sono degli elementi d’arredo fondamentali se si vuole ottimizzare lo spazio ottenendo un risultato luminoso e originale. Le pareti mobili attrezzate sono pareti che svolgono una funzione divisoria, esse possono essere armadi contenitori, cassettiere, oppure possono configurarsi in ripiani, sbarre e ganci spesso equipaggiate anche da prese elettriche e interruttori per illuminarne il contenuto o illuminare l'ambiente circostante. Le pareti mobili attrezzate possono essere anche vetrate per risultare ancora più leggere, vengono infatti realizzate con una grande libertà di scelta rispetto ai materiali e alla forma. Di pareti mobili attrezzati anche dice che mentre invece quelle elettrificate richiedono per forza pareti chiuse con l’ausilio di pannelli ciechi.

Quali modelli esistono?

Anche per quanto riguarda i modelli, la scelta è molto vasta. Di solito le pareti mobili attrezzate vengono realizzate con delle strutture a coprifilo, in modo che possono essere utilizzate all’interno di spazi operativi, dove la principale caratteristica deve essere quella della funzionalità. La scelta del modello dipende anche dall’importanza dell’estetica che viene attribuita ad un determinato ambiente.

Le pareti mobili vengono costruite con diverse soluzioni, come si può vedere dal sito www.paretimobilinovara.it, ne esistono per ogni esigenza. Spesso vengono realizzate in cartongesso, ma anche in legno calcestruzzo, possono essere opache e anche trasparenti. Per scegliere il modello perfetto bisogna tenere conto delle proprie esigenze, così come della loro posizione all’interno dell’ambiente, e delle prestazioni dello spazio stesso.

Perché scegliere una parete mobile attrezzata?

Le pareti mobili attrezzate sono una scelta intelligente, perché consentono di risparmiare lo spazio senza rinunciare al design e all’estetica. Le pareti mobili attrezzate infatti, separano e allo stesso tempo contengono oggetti che senza le quali andrebbero a riempire in modo disorganizzato l’ambiente, senza valorizzarlo e togliendo adesso una resa estetica pulita e curata.

Grazie alle loro funzionalità, le pareti mobili vengono spesso scelte all’interno di uffici e open space, dove è importante avere stanze perfettamente equipaggiate senza che si sprechi nessun metro di superficie calpestabile. Le pareti mobili attrezzate sono molto diffuse anche all’interno di bagni, rappresentando delle strutture leggere così come nelle stanze dove le vediamo in azione nei letti a scomparsa, ma anche nelle librerie, negli armadi, e nei piani di lavoro particolarmente utili nelle sale studio o nella camera che svolge la funzione di ufficio all’interno di un’abitazione.

La flessibilità che le pareti mobili divisorie permettono di ottenere è davvero infinita. Essa rimane infatti l’aspetto tipico principale della scelta delle pareti mobili attrezzate, grazie a questi infatti si possono rincorrere le esigenze e le necessità dell’utente che inevitabilmente nel tempo cambiano, rendendo necessario il riadattamento spesso dell’intero ambiente.

Ecco perché le pareti fisse per quanto pesanti, sono superate, lasciando spazio a pareti grazie alle quali in caso di ristrutturazione si può intervenire in una maniera più semplice e meno invasiva. Scegliere pareti divisorie mobili attrezzate, significa guardare al futuro creando uffici, abitazioni e spazi di qualsiasi genere con un occhio all’avanguardia.

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Il mondo delle stampanti e delle cartucce ha subito un forte retro-front con la rivoluzione digitale anche se, ancora oggi, non possiamo certamente fare a meno della carta stampata. Ecco perché si sono fatte strada sul mercato a alcune alternative più economiche e sostenibili che hanno rivoluzionato il mondo della stampa.

Ci riferiamo ai rivenditori di cartucce compatibili e rigenerate, l’alternativa economica e sostenibile che permette di tagliare le spese e ridurre l’impatto dei rifiuti prodotti da uffici, aziende e contesti privati.

In questa guida ti spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sull’argomento delineando per filo e per segno le sostanziali differenze tra le cartucce originali, quelle compatibili e quelle rigenerate. Se ti interessa trovare cartucce garantite a prezzi convenienti, questa guida ti chiarirà tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.

Le cartucce compatibili

Cominciamo dalle cartucce compatibili, ovvero quelle che traggono il loro valore dall’interessantissimo rapporto qualità/prezzo. Una cartuccia compatibile è in tutto e per tutto simile a quella originale perché la sola differenza consiste nel marchio che, per l’appunto, non è lo stesso della tua stampante. Ci riferiamo a cartucce assolutamente nuove che vengono messe in commercio da aziende diverse da quelle che producono la stampante. Ovviamente costano molto meno e, per questo, risultano essere estremamente convenienti a parità di prestazioni. Una cartuccia compatibile non crea problemi con la stampante, né tantomeno pregiudica le sue funzionalità.

Le cartucce rigenerate

A seguire ci sono le cartucce rigenerate o ricostruite. Queste non sono nuove ma usate perché sono il risultato di un ricondizionamento eseguito a regola d’arte da professionisti specializzati. In pratica prima di essere rimesse sul mercato le cartucce rigenerate vengono ricaricate di inchiostro attraverso la sostituzione delle componenti usurate.

Il costo è ancora più conveniente perché è minore delle cartucce originali e abbatte l’inquinamento dovuto al consumo di cartucce che, per l’appunto, vengono riutilizzate anziché finire nell’indifferenziato. Per di più la rigenerazione di cartucce comporta una riduzione pari a circa il 60% in meno di emissioni di CO2 ed un risparmio del 30% di energia. Chiaramente dopo un certo numero di rigenerazioni le cartucce perderanno la loro efficacia e finiranno nella spazzatura. Tuttavia questa opzione è sicuramente preferibile da un punto di vista ambientale se hai davvero a cuore l’ambiente.

Gli eventuali errori al primo utilizzo di una cartuccia alternativa

Un’ultima precisazione riguarda la possibilità che, alla prima installazione di una cartuccia compatibile o rigenerata la stampante possa segnalare un errore. In questo caso non c’è nulla da temere perché in poche semplici mosse la tua stampante tornerà a funzionare normalmente. Vediamo come procedere in base ai più comuni marchi di stampanti.

Se hai una Epson devi pulire la sezione in rame del microchip con una gomma da cancellare, facendo attenzione a rimuovere gli eventuali resti. Poi prendi la cartuccia, spegni la stampante e stacchi il cavo. Attendi un minuto e riponi la cartuccia, togliendo tutte le altre presenti. Adesso la stampante tornerà a funzionare.

Se hai una stampante HP dovrai scollegare il cavo e ripetere l’inserimento. Lo stesso vale per le stampanti Canon che, tuttavia, richiedono un passaggio in più dal PC, dove dovrai annullare il controllo elettronico dell’inchiostro perché potrebbe risultare esaurito. Se hai altri modelli ti basterà contattare il rivenditore, specificare che tipo di stampante possiedi e farti guidare nell’installazione.

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