Tappeto persiano non vuol dire solo “tappeto antico”. La cultura dell’annodatura dei tappeti è più viva che mai, traducendosi in magnifici esemplari che variano tantissimo per stile e materiali. Il tutto senza mai venire meno alla secolare arte e manualità necessaria per la creazione di tappeti. Lasciate che vi presentiamo i tappeti persiani moderni.
Quali sono i tappeti rientrano in questa categoria?
La prima discriminate che dobbiamo fare è temporale: i tappeti creati prima del 1930 non rientrano in questa categoria; si tratta infatti di tappeti antichi. Da questa decade in poi vengono considerati moderni o contemporanei.
Questi moderni manufatti provengono dal medio e lontano oriente (Iran, Turchia, Pakistan e Tibet) e cercano di mantenere gli stili e le tecniche antiche per la loro produzione, ma non è raro vedere tappeti creati con l’aiuto di macchinari o un misto di macchine e manualità umana. Vengono tuttavia considerati la naturale evoluzione dei tappeti persiani antichi. Non pensate però a torto che la qualità o il design ne risentano: spesso quando l’antico e il nuovo si incontrano, si creano opere nuove e straordinarie e questo è il caso dei tappeti contemporanei.
Come i loro “antenati”, anche questi tappeti vengono classificati in base al loro luogo di produzione. Abbiamo infatti gli Himalayan o tappeti Himalaiani, annodati dalle zone dell’India alle pendici delle catene dell’Himalaya e contraddistinti da uno stile di annodatura unico; utilizza infatti il nodo tibetano. Vengono realizzti con l’ausilio di piccole cannette di bamboo e cento nodi per pollice quadrato. Questo gli conferisce flessibilità, ma li rende anche più soggetti all’usura e a lievi modifiche del disegno se maneggiati senza la giusta cura. Anche i materiali con cui sono prodotti differiscono molto da quelli originali a volte; non è raro trovare esemplari che usano lana Kork, vello di Yak o seta, anche mischiandoli tra loro.
Spostandoci più a sud troviamo i Bhadohi, tappeti caratterizzati da disegni in stile Damasco. Uniscono una straordinaria eleganza e bellezza dei tessuti, spesso un misto di lana e seta, garantendo una morbidezza unica. Vengono annodati usando il classico nodo persiano, il nodo Ghidores, e presentano anche questi una media di cento nodi per pollice quadrato.
Tappeti patchwork, la prova che i tappeti persiani sono un investimento duraturo
La terza categoria è un caso a parte. Si tratta infatti di tappeti reloaded, ovvero tappeti rigenerati, decolorati e ritinti. Non sono riconducibili a una provenienza geografica specifica e necessitano di una lavorazione per riacquistare nuova vita: il vello viene rasato, a volte fino a scoprire la trama, successivamente ricolorato per dargli una colorazione più luminosa.
Talvolta però succede che un tappeto antico possa essere troppo rovinato per essere salvato nella sua interezza e il proprietario può decidere di tagliare i pezzi migliori e unendoli ad altri frammenti di tappeto creare un tappeto patchwork, una tipologia di tappeto non fuori dal comune quando di parla di tappeti persiani moderni.
Questa tecnica, a differenza di quello che si potrebbe pensare, è molto antica. I primi reperti dei tappeti patchwork infatti sono datati 500 anni fa e provengono dalla Turchia, i più famosi realizzati in questa zona provengono dall'Anatolia e sono Kilim, cioè senza vello. Possono essere monocromatici o policromatici.
Spesso sono tappeti molto allegri ma racchiudono in sè una certa eleganza e tradizione, diventando ideali per arredare il soggiorno di una casa moderna o le stanze dei bambini.
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