Il sovraindebitamento rappresenta una situazione in cui un individuo o una famiglia non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni finanziarie. In Italia, la Legge 3/2012, nota anche come "legge salva suicidi", è stata introdotta per offrire una soluzione a chi si trova in questa condizione, permettendo di ristrutturare o cancellare i debiti accumulati. Le informazioni presenti in questo articolo sono state elaborate consultando fonti autorevoli come il sito Rimborsiamo.
Cos'è il sovraindebitamento: definizione e ambito di applicazione
La Legge 3/2012 definisce il sovraindebitamento come una situazione di squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio liquidabile per farvi fronte, tale da determinare una difficoltà o l'incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. Possono accedere alle procedure previste dalla legge:
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Consumatori: persone fisiche che hanno accumulato vari debiti per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta, e che possono essere legati a questioni familiari di vario tipo.
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Imprenditori agricoli: operatori del settore agricolo non soggetti alle procedure fallimentari.
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Professionisti e artisti: lavoratori autonomi non assoggettabili al fallimento.
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Imprese minori: aziende che non superano determinate soglie di fallibilità.
È fondamentale che il debitore sia in uno stato di sovraindebitamento e non abbia già beneficiato di procedure simili nei cinque anni precedenti.
Le tre procedure previste dalla Legge 3/2012
La legge prevede tre principali procedure per la composizione della crisi da sovraindebitamento:
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Piano del consumatore: rivolto esclusivamente ai consumatori, consente di proporre un piano di ristrutturazione dei debiti senza necessità dell'accordo con i creditori.
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Accordo di composizione della crisi: aperto a tutti i debitori non fallibili, richiede l'approvazione dei creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti.
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Liquidazione del patrimonio: prevede la liquidazione di tutti i beni del debitore per soddisfare, almeno parzialmente, i creditori.
La scelta della procedura più adatta dipende dalla specifica situazione del debitore e dalla natura dei debiti contratti.
Il piano del consumatore: caratteristiche e requisiti
Il piano del consumatore è una procedura riservata alle persone fisiche che hanno contratto debiti per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale. I requisiti principali includono:
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Condizione di sovraindebitamento: il debitore deve trovarsi in una situazione di squilibrio finanziario che gli impedisce di adempiere alle proprie obbligazioni.
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Assenza di atti in frode ai creditori: nei cinque anni precedenti, il debitore non deve aver compiuto atti volti a frodare i creditori.
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Comportamento diligente: il debitore deve aver assunto le obbligazioni con diligenza e buona fede.
Il tribunale valuta la meritevolezza del debitore, analizzando le cause dell'indebitamento e la sostenibilità del piano proposto. Uno dei vantaggi principali è che non è necessaria l'approvazione dei creditori; tuttavia, il giudice può respingere la proposta se ritiene che il piano non sia fattibile o conveniente per i creditori.
L'accordo di composizione della crisi
Questa procedura è aperta a tutti i debitori non fallibili e prevede che il debitore proponga ai creditori un accordo per la ristrutturazione dei debiti. Le principali caratteristiche includono:
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Approvazione dei creditori: è necessario il consenso dei creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti.
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Ruolo del tribunale: il giudice omologa l'accordo se ritiene che sia conveniente per i creditori rispetto all'alternativa liquidatoria.
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Coinvolgimento dei creditori privilegiati: questi devono essere soddisfatti integralmente, salvo diverso accordo.
L'accordo offre una soluzione negoziata alla crisi da sovraindebitamento, ma richiede una maggiore collaborazione tra debitore e creditori.
La liquidazione del patrimonio
La liquidazione del patrimonio è una procedura che prevede la vendita di tutti i beni del debitore per soddisfare i creditori. Si applica quando:
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Il debitore lo richiede volontariamente.
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Le altre procedure non sono praticabili o sono state revocate.
Gli effetti principali includono:
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Spossessamento: il debitore perde la disponibilità dei propri beni, che vengono gestiti da un liquidatore.
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Durata: la procedura dura almeno quattro anni, durante i quali il liquidatore procede alla vendita dei beni e alla distribuzione del ricavato tra i creditori.
Al termine della liquidazione, il debitore può ottenere l'esdebitazione, ossia la liberazione dai debiti residui non soddisfatti.
Il ruolo dell'OCC e del Gestore della crisi
L'Organismo di Composizione della Crisi (OCC) e il Gestore della crisi sono figure chiave nelle procedure di sovraindebitamento, introdotte per garantire correttezza, trasparenza e tutela di tutte le parti coinvolte.
Le loro principali funzioni sono:
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Assistenza tecnica al debitore nella redazione del piano o dell'accordo.
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Verifica dei documenti e raccolta di tutte le informazioni economiche, patrimoniali e reddituali.
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Elaborazione della relazione particolareggiata, documento indispensabile per accedere alle procedure.
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Supervisione della procedura, in collaborazione con il tribunale.
Il Gestore della crisi, nominato dall'OCC, ha un ruolo operativo nella gestione delle attività e funge da intermediario tra debitore e creditori. La sua presenza garantisce che il piano sia redatto in modo chiaro, realistico e conforme alla normativa.
Costi e tempi delle procedure
Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento prevedono costi accessibili, ma variabili in base al tipo di intervento e alla complessità del caso. I principali costi includono:
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Compenso dell’OCC, stabilito dal giudice in base al patrimonio del debitore e all’impegno richiesto.
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Spese legali, se ci si avvale di un avvocato.
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Eventuali perizie tecniche o consulenze aggiuntive.
Per quanto riguarda i tempi:
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Il piano del consumatore può essere omologato entro pochi mesi dalla presentazione, in media 6-9 mesi.
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L’accordo di composizione richiede più tempo, spesso dai 12 ai 18 mesi.
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La liquidazione del patrimonio, essendo la più complessa e duratura, può estendersi fino a 4-5 anni.
Il rispetto delle scadenze dipende dalla qualità della documentazione iniziale e dalla collaborazione tra le parti.
Come presentare la domanda: documentazione necessaria
Per accedere a una delle procedure previste dalla Legge 3/2012 è necessario raccogliere e presentare all’OCC un insieme dettagliato di documenti, tra cui:
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Documento d’identità e codice fiscale.
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Ultime tre dichiarazioni dei redditi.
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Elenco dettagliato dei debiti, con nomi dei creditori, importi e scadenze.
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Situazione patrimoniale attuale (immobili, beni mobili, conti correnti, etc.).
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Rendiconto delle entrate e delle uscite mensili.
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Documentazione relativa a eventuali familiari a carico.
L’OCC redigerà poi una relazione particolareggiata, documento che accompagnerà la domanda in tribunale e che sintetizza la condizione economico-finanziaria del debitore, la fattibilità della proposta e gli eventuali atti in frode commessi.
Effetti dell'omologazione e esdebitazione
L’omologazione della procedura da parte del tribunale comporta benefici immediati e importanti per il debitore:
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Sospensione di ogni azione esecutiva da parte dei creditori.
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Blocco degli interessi sui debiti non privilegiati.
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Protezione del patrimonio residuo, in particolare per il piano del consumatore.
Il risultato più significativo, al termine della procedura, è la esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva dei debiti residui non pagati. Tuttavia, alcuni debiti non possono essere falcidiati, come:
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Obbligazioni alimentari.
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Debiti derivanti da risarcimenti per danni da reato.
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Sanzioni amministrative e penali.
L’esdebitazione offre un’autentica seconda possibilità a chi ha vissuto un momento di difficoltà, permettendo una ripartenza libera dal peso delle passività pregresse.
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