La convivenza con un animale domestico, in particolare con un cane, è oggi parte integrante della vita di milioni di cittadini. Tale presenza, che arricchisce il tessuto relazionale ed emotivo delle famiglie, comporta però una serie di responsabilità giuridiche e civili di non secondaria importanza. In un contesto sempre più attento al benessere animale, ma anche alla sicurezza pubblica e alla coesione sociale, è indispensabile che il proprietario conosca e applichi correttamente le regole che governano la custodia e la gestione dell’animale, tanto nella sfera privata quanto in quella collettiva.
Il quadro normativo: responsabilità oggettiva e obblighi di comportamento
Dal punto di vista giuridico, il proprietario di un animale è tenuto a rispondere dei danni che questo può causare. L’art. 2052 del Codice Civile stabilisce che “il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso è responsabile dei danni cagionati dall’animale, anche se smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito”. Si tratta, dunque, di una responsabilità oggettiva, che prescinde dall’intenzionalità o dalla colpa: basta la prova del nesso causale tra il comportamento dell’animale e il danno per attivare la responsabilità del detentore.
A questa disposizione si affiancano obblighi di natura amministrativa. Il Ministero della Salute, tramite ordinanze periodiche, impone l’identificazione tramite microchip, l’iscrizione all’anagrafe canina e l’adozione di strumenti di controllo – guinzaglio, museruola – in contesti pubblici. Inoltre, alcuni regolamenti comunali prevedono specifici limiti di orario e di accesso per i cani in parchi, trasporti pubblici o esercizi commerciali.
Il dovere di custodia e le implicazioni comportamentali
Il proprietario ha il dovere giuridico e morale di garantire non solo il benessere dell’animale, ma anche la sua corretta gestione in ogni circostanza. Il cane va educato al rispetto di regole minime di convivenza, sottoposto a controlli veterinari periodici, e protetto da situazioni di stress o abbandono prolungato. In caso di cani potenzialmente reattivi, è consigliabile (e talvolta richiesto) il percorso di valutazione comportamentale presso veterinari esperti in etologia clinica.
In ambito condominiale, la Legge n. 220/2012 ha definitivamente sancito il diritto di detenere animali domestici, vietando espressamente che i regolamenti condominiali ne possano impedire la presenza. Tuttavia, tale diritto non è assoluto: deve essere esercitato nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, della quiete e della sicurezza degli altri condomini. In tal senso, comportamenti come l’abbaiare notturno prolungato, la mancata raccolta delle deiezioni o l’utilizzo improprio degli spazi comuni possono dare luogo a contestazioni e persino a richieste risarcitorie.
La tutela assicurativa: uno strumento di responsabilità civile
Considerata la responsabilità legale in capo al proprietario, è opportuno dotarsi di una copertura assicurativa adeguata. In particolare, l'assicurazione contro i danni causati a terzi dal cane rappresenta uno strumento imprescindibile di tutela. Questa polizza, spesso offerta sia come prodotto autonomo sia all’interno di una garanzia più ampia di responsabilità civile familiare, copre i danni fisici o materiali arrecati a persone estranee alla famiglia dell’assicurato, siano essi passanti, ospiti, altri animali o cose.
La copertura può essere estesa a eventi verificatisi in contesti pubblici o privati, inclusi i danni da morsicatura, aggressione, inseguimento, o semplicemente da condotta imprevedibile. In alcune versioni avanzate, l’assicurazione contempla anche le spese legali, i danni da omissione di custodia e le lesioni lievi, che pur non gravi, possono generare richieste risarcitorie significative. È buona prassi verificare le esclusioni previste dalla polizza, come la presenza di razze considerate a rischio o l’utilizzo dell’animale per attività professionali (es. cani da guardia).
In diverse regioni, e per alcune razze, questa assicurazione è fortemente raccomandata e, in certi contesti, di fatto necessaria per accedere a strutture pubbliche o contesti sociali regolamentati.
Verso una cultura della convivenza responsabile
La figura del proprietario di un cane va sempre più assumendo una dimensione pubblica, non solo affettiva. La gestione consapevole dell’animale, l’adozione di misure preventive e la conoscenza dei propri obblighi contribuiscono a ridurre i conflitti sociali e ad aumentare il livello di fiducia nei confronti della convivenza uomo-animale.
Educare il proprio cane, adottare una condotta rispettosa degli altri, e tutelarsi con strumenti come l’assicurazione, non è solo una questione individuale: è un gesto di civiltà e di appartenenza a una comunità urbana che si vuole armonica, inclusiva e sicura.
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